In che modo lo stupro è connesso al diritto di essere liberi da tortura e maltrattamenti?
La tortura si configura quando si causa intenzionalmente dolore o sofferenza ad una persona per lo scopo specifico o come risultato di una discriminazione. Lo scopo specifico deve essere ottenere informazioni o una confessione, punire o intimidire. Affinché un atto venga considerato tortura deve essere fatto da un pubblico ufficiale, come un poliziotto o una guardia carceraria. Tuttavia, non è necessario che il pubblico ufficiale sia direttamente coinvolto nell’atto, è sufficiente che lasci consapevolmente che accada.
A volte un pubblico ufficiale causa dolore o sofferenza ad una persona senza che siano presenti tutti gli elementi caratteristici della tortura. Per esempio, ciò accade quando l’obiettivo di causare dolore o sofferenza non è una delle ragioni sopra menzionate. In questi casi, il male arrecato non è tortura ma si tratta comunque di un maltrattamento che viene ugualmente vietato come indica il divieto di “altri trattamenti o punizioni crudeli, inumane e degradanti”.
Gli Stati hanno obblighi positivi e negativi nel salvaguardare il nostro diritto ad essere liberi da tortura e maltrattamenti.
L’obbligo negativo impone che lo Stato non faccia qualcosa. Per esempio, i pubblici ufficiali non devono infliggere tortura o maltrattamenti ai singoli individui.
Per obbligo positivo si intende un’azione da parte dello Stato. Per esempio,
gli Stati devono introdurre leggi che proteggano efficacemente gli individui dallo stupro e da altre violenze sessuali;
gli Stati, inoltre, devono applicare queste leggi attraverso indagini efficaci e, dove necessario, avviare procedimenti contro tutti gli atti di stupro o altri tipi di violenza sessuale, e fornire protezione alle vittime.
Detto semplicemente, fallire nell’investigare efficacemente un’accusa di stupro diventa una violazione del diritto di essere libero da tortura e maltrattamenti da parte dello Stato.
Gli Stati hanno il dovere positivo di indagare efficacemente in tutti i casi di stupro, sia che il responsabile sia un funzionario di Stato, sia che si tratti di un partner violento, un coniuge o un estraneo.
Ora, scopriamo cosa è successo esattamente a E. nel maggio 2008.
Per un esame dettagliato di ciascuna situazione, clicca e fai scorrere il panorama, clicca sui diversi punti e leggi il testo.
Sotto trovi un villaggio rumeno. Scopriamo cosa è successo a E. nel maggio 2008.
Questo caso riguarda gli obblighi negativi o positivi dello Stato di proteggere gli individui dalla tortura e da maltrattamenti?
Risposta corretta: La sopravvissuta non ha dichiarato di essere stata stuprata da un pubblico ufficiale, quindi non si tratta di un caso in cui lo Stato deve evitare di infliggere tortura o altri maltrattamenti. In questo caso, la Corte europea ha dovuto valutare se la Romania avesse messo in pratica il suo obbligo positivo di proteggere E., in quanto persona vulnerabile, dallo stupro o da altre violenze sessuali. La Corte ha verificato nello specifico l’efficacia delle indagini e del procedimento giudiziario secondo il diritto di essere liberi da tortura o maltrattamenti e il diritto alla propria vita privata.
Per un esame dettagliato di ciascuna situazione, clicca e fai scorrere il panorama, clicca sui diversi punti e leggi il testo.
E. andò direttamente alla polizia per denunciare il crimine, ma la stazione era chiusa. Il giorno seguente E. tornò alla polizia e sporse denuncia. All’inizio, la polizia le suggerì di ritirare la denuncia perché non c’erano testimoni. Le dissero che “se l’era cercata” e che “le aveva fatto bene”. Lei si rifiutò di ritirarla, e le indagini iniziarono.
Vediamo nuovamente cosa è successo a E., ma questa volta dal punto di vista delle autorità rumene. Quali fatti importanti hanno scelto di ignorare nella testimonianza di E.?
Quali importanti fatti le autorità rumene hanno scelto di ignorare?
(Tutte le opzioni precedenti) Sì, tutti questi fatti della testimonianza di E. sono stati ignorati dalle autorità nel cercare di stabilire se il rapporto fosse stato consensuale o meno.
[Racconto del caso 2] La polizia non ha preso seriamente la testimonianza di E. Non hanno indagato i profili personali di E. e T., sottovalutando la diagnosi psichiatrica che la rendeva una persona appartenente ad un gruppo vulnerabile che esigeva maggiore protezione, e non dando alcuna importanza alla precedente condanna di T. per stupro. Anche le circostanze in cui è avvenuto il crimine – di sera, nelle prossimità di un cimitero – non sono state considerate. Tutti questi elementi avrebbero dovuto essere cruciali per indagare se E. avesse dato libero e pieno consenso a un rapporto sessuale con T. o meno.
Invece di investigare, la polizia ha inizialmente risposto umiliandola, insistendo perché ritirasse la denuncia e dicendo che “se l’era cercata” e “le aveva fatto bene”. Successivamente, si sono concentrati nel cercare prove di resistenza fisica. L’ufficio del Procuratore ha deciso di non aprire un procedimento penale affermando che E. non aveva chiesto aiuto, non c’erano lesioni nella sua area genitale e che, nonostante la presenza di lividi, non era chiaro come se li fosse procurati. La corte in Romania ha infine appoggiato il Procuratore ed E. ha dovuto rivolgersi alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.
Risposta sbagliata! Prova di nuovo!
Quindi come si sarebbe dovuto stabilire l’elemento del consenso?
Chiediamo il parere dell’esperta legale sul ruolo del consenso
In questo caso, la donna ha detto NO, ma T. ha comunque violato la sua autonomia nel prendere decisioni rispetto alla sua vita sessuale, e l’ha violentata. Ma anche l’assenza di un NO della vittima non significa che abbia dato il consenso e cercare il NO non è sempre sufficiente per verificare il reato di stupro nel 100% dei casi.
Facciamo una chiacchierata con un’avvocata internazionale per i diritti umani per scoprire di più sulla situazione di E. e il ruolo del consenso.
RISPOSTE
RISPOSTE+
Buongiorno, lieta di parlare di questo argomento e rispondere alle sue domande
Le autorità nel caso in corso si sono imbattute in due diverse versioni dei fatti. E. ha affermato che è stata violentata da T. la sera del 20 maggio 2008. Tuttavia, l’uomo coinvolto sostiene che lei abbia acconsentito all’atto sessuale quella sera. Il compito principale delle autorità durante le indagini, era verificare se il sesso fosse stato consensuale o no.
È importante l’approccio tenuto dallo Stato. Le conclusioni del pubblico ministero e della corte in Romania erano basate solo sul fatto che E. non avesse chiesto aiuto e che il suo corpo non mostrasse segni di resistenza violenta propria di uno stupro.
La parola chiave è “in alcuni casi”, ma non in tutti. Guardi le statistiche che la Romania ha fornito alla Corte europea.
Esatto. La più grande debolezza di questo approccio “basato sulla violenza” nell’investigare sugli stupri è che quello che è successo a E. accade comunemente. Per questo il diritto internazionale in materia di diritti umani ora richiede ai governi di spostarsi da un focus sulle prove di violenza fisica e di resistenza della vittima, all’esistenza o meno di un consenso.
Infatti, E. ha detto di essere stata minacciata e di aver temuto per la propria vita e non ha potuto reagire o resistere a T. In queste circostanze, l’assenza di lesioni può essere una caratteristica tipica di uno stupro.
Questo spiega il minor numero di condanne in molti dei casi in cui non c’è prova di violenza fisica nelle aggressioni. Inoltre, altre vittime potrebbero decidere di non voler denunciare attacchi simili in futuro. Dal loro punto di vista appare, giustamente, insensato.
Facciamo un veloce sondaggio. Quante donne pensa che abbiano risposto di essere state violentate in Europa?
Secondo un sondaggio FRA (Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali) del 2014, 9 milioni di donne in Europa riportano di essere sopravvissute ad uno stupro.
Già, vero? Solo guardando al numero degli stupri nella sola Europa e pensando all’inefficacia dell’approccio basato sulla violenza usato nella maggioranza di questi casi… si può immaginare il grado di impunità nei confronti dello stupro e degli stupratori in generale.
Lo è eccome. Le sopravvissute e i sopravvissuti a uno stupro devono confrontarsi con le implicazioni di definizioni di stupro basate sulla forza e sulla violenza nei codici penali e con il modo in cui le corti interpretano la legge. Nel caso della Romania, la definizione di stupro non richiedeva esplicitamente la resistenza fisica da parte della vittima per stabilire che si trattasse di stupro. Eppure quello è stato il significato attribuito, dalle autorità che hanno condotto l’indagine e dalla corte, alla definizione del codice penale.
Eccellente domanda. La risposta è che le autorità avrebbero dovuto trattarla con rispetto e attenzione. Avrebbero dovuto cercare di stabilire se l’atto sessuale fosse stato consensuale. In assenza di prove di violenza, avrebbero dovuto applicare un approccio più sensibile al contesto.
Prima di tutto, concentrarsi non solo sulle azioni della sopravvissuta, ma anche sulle azioni del possibile colpevole.
Secondo, prendere seriamente in considerazione tutte le prove della maggiore vulnerabilità di E. Per esempio, le autorità avrebbero dovuto considerare il documento medico che dichiarava che E. aveva una leggera disabilità mentale.
Oh, certo che lo è. La Corte europea ha ripetutamente espresso l’opinione che fallire nell’investigare in maniera adeguata le accuse di abuso sessuale contro bambini e altre persone vulnerabili, come le persone con disabilità mentale, potrebbe essere una violazione degli obblighi positivi dello Stato nel proteggere la libertà dalla tortura e da altri maltrattamenti. Inoltre la Corte ha rilevato che la donna è stata soggetta a ulteriore sofferenza, come risultato del fallimento delle autorità nell’informarla dei suoi diritti procedurali e fornirle assistenza legale gratuita e consulenza.
In generale, gli ufficiali avrebbero dovuto fare tutto ciò che ragionevolmente sarebbe stato utile per valutare la credibilità delle dichiarazioni e le circostanze. E questo comunque non riguarda solo la Romania. Gli obblighi positivi dei governi di proteggerci dalla tortura e da altri maltrattamenti valgono per tutti e 58 gli Stati firmatari della Convenzione europea dei diritti umani.
Ottima domanda. Per iniziare abbiamo bisogno sia di una riforma giudiziaria che riconosca che il sesso senza consenso è stupro e che la polizia, gli avvocati e i giudici che applicano la legge garantiscano accesso alla giustizia, supporto e protezione a tutte le vittime di stupro.
No, ha ragione! Ci sono importanti cambiamenti da fare. Spostiamoci dal caso della Romania e guardiamoci intorno, analizziamo le nostre relazioni. Tutti noi dobbiamo pensare, imparare e parlare di più del consenso. Per esempio, tutti dovrebbero sapere che il consenso non è un sì detto una volta sola. Il consenso è uno status in continuo cambiamento e può essere ritirato in qualsiasi momento se qualcuno cambia idea. Dobbiamo inoltre superare il comune stereotipo negativo che se una donna non dice NO o è silenziosa e non oppone resistenza, allora acconsente. Da quello che vediamo dalle storie di molte sopravvissute e molti sopravvissuti, l’assenza di un NO o di resistenza non significa che ci sia consenso.
Direi… basta chiederlo e aspettare una risposta verbale o non verbale. Solitamente lo facciamo quando siamo interessati alle opinioni di un’altra persona, no? Dobbiamo anche considerare se c’è qualcosa che impedisce a qualcuno di dare liberamente il proprio consenso, per esempio una qualche disabilità o uno squilibrio di potere.
Lo so. Quindi che ne pensate di iniziare a discutere del bisogno di avere una nuova norma? Finché non aumentiamo la consapevolezza, non sarà possibile cambiare gli atteggiamenti negativi nella nostra comunità, nelle nostre società e nelle autorità.
Segna se le seguenti affermazioni sono vere o false:
L’incapacità di investigare in maniera efficace sulle accuse di stupro si traduce in una violazione del diritto di essere liberi dalla tortura e da altri maltrattamenti da parte dello Stato.
La risposta è esatta!
Risposta sbagliata! Prova di nuovo!
Leggi la domanda e scegli la risposta corretta:
Quale dovrebbe essere l’elemento chiave in un’indagine efficace legata a casi di stupro secondo il diritto e gli standard internazionali sui diritti umani?
In quali casi le autorità hanno una ragione legittima per non autorizzare una protesta e quando stanno violando il nostro diritto umano di riunione pacifica? In questo modulo, seguirete quanto accaduto a dei comuni cittadini, cui le autorità russe avevano negato l’autorizzazione a manifestare, e che hanno portato il loro caso davanti alla Corte europea dei diritti umani, e hanno vinto.
Quali obblighi hanno i Paesi rispetto alla nostra protezione quando manifestiamo pacificamente in strada? In questo modulo, scoprirete come un gruppo di attivisti georgiani si è appellato alla Corte europea dei diritti dell’uomo per ottenere una sentenza che tuteli il loro diritto di manifestare in corteo contro l’omofobia in tutta sicurezza, senza temere contro manifestazioni violente.
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